venerdì 6 marzo 2009

appello agli emigranti

Gli emigranti di tutto il nord si uniscano. Noi siamo Figli deil SUD.
Appello agli emigranti
Napolitania chiede ai meridionali veri che si sveglino e diano prova del senso civico.

NAPOLITANIA è una realtà sempre più in diffusa crescita, va riscuotendo sempre più consensi visto le iscrizioni alla newsletter e le molte mail che ci arrivano, mediante le quali riusciamo anche a capire i bisogni e i problemi che i nostri paesani hanno.
Da questo si evince che NAPOLITANIA sta diventando un punto di riferimento specialmente per i tanti emigranti meridionali che si trovano al nord.
Molti siti, associazioni e gruppi, legati dall'amore della propria terra, si prodigano con onore e impegno a cercare alternative e soluzioni ai problemi che assillano il SUD, e lo fanno culturalmente, politicamente e socialmente nei limiti delle possibilità di ognuno.
Noi di NAPOLITANIA vogliamo portare avanti l'amore per la nostra gente cercando di ritrovare e risvegliare quell'identità di popolo che ci ha tenuti uniti per più di 700 anni. Una meravigliosa nazione che tanto ha dato all'Europa e al mondo intero non può rimanere nell'oblio o nel vortice di una smemorata unione e in un passato cancellato.
Il SUD è stato indiscutibilmente la prima colonia dei Savoia (non volendo contare lo sfruttamento selvaggio che precedentemente ne fecero della Sardegna) e che col tempo questo stato di cose fu rinsaldato facendoci credere di essere tutti fratelli italiani e quindi spezzandoci ogni legame col nostro passato e innestandoci l'idea che ribellarsi ai Savoia sarebbe stato l'equivalente di combattere contro se stessi.
La sempre più diffusa presa di coscienza del giusto punto di vista storico del "risorgimento" da parte dei nostri paesani, ci portano ad avanzare una proposta che spero sia accettata da tutti i 'meridionali' emigranti e condivisa con partecipazione e impegno. Come tante cose belle fatte dal nostro popolo, NAPOLITANIA nasce non nelle terre assolate del nostro meraviglioso SUD, ma nelle nebbiose terre del nord, da un gruppo di FIGLI del SUD costretti come da copione, a lavorare al di fuori della propria terra natìa. Dalla Lombardia, in cui ci troviamo, facciamo appello a tutti i 'meridionali' emigranti al nord, con la proposta di costituire un fronte comune, una specie di comitato in cui possano confluire tutti gli emigranti e indirizzare i vari problemi e le varie difficoltà a cui gente come noi va incontro ogni giorno dal momento che ci si arriva con una valigia in mano.
Qualsiasi cosa questo COMITATO possa essere o diventare, lo decideremo insieme, ma una cosa è certa, dovrà avere come scopo principale, quello di essere un punto di ristoro sociale per tutti gli emigranti, e un punto di aggregazione identitario a chi è meridionale, avere, dunque, quella prospettiva storica, sociale, culturale e politica che contraddistingue una vera nazione e quindi anche noi in quanto tale.
Al nord ci sono 12 milioni e mezzo di emigranti meridionali e anche se una minima parte si è integrata senza apparenti problemi, per altri è ancora un trauma di misura uguale o superiore all'integrazione di quei disgraziati che vengono da altri continenti. Per cui si richiede l'appoggio degli uni e l'impegno partecipativo degli altri, creando, così, una rappresentativa di questa 'anomala' categoria e poter ponderare la nostra causa agli organi di competenza, siano essi comunali, provinciali o regionali. Ci dobbiamo organizzare culturalmente e socialmente perché noi contiamo, dobbiamo dare il nostro contributo civico perché abbiamo fatto centinaia di chilometri per essere civilmente corretti e dare il nostro contributo alla società.
Ci si rivolge a tutti quegli emigranti che sentono ancora scorrere nelle proprie vene sangue meridionale e che sentano la voglia di fare qualcosa, di proporre un’idea, di collaborare a un programma di unità meridionale, anche se non sa da dove cominciare, può iniziare a fare qualcosa alzando la mano e dicendo: “Presente, come posso essere utile?” Così facendo incominciamo a contarci e poter valutare gli obiettivi, le mete da porci dinnanzi.
Noi siamo Figli del SUD ed è venuto il momento di mettere da parte chitarra e mandolino, perché dobbiamo cambiare questa triste musica che ci accompagna ormai da un secolo e mezzo e ci dobbiamo incominciare a contare, ma ora oltre a contarci, vogliamo che contiamo come entità di un popolo unito, come nazione identitaria, come Figli del SUD.
E’ bellissimo essere Calabresi o Pugliesi, Campani o Abruzzesi, Lucani o Molisani, ma diciamoci la verità, al nord ci sentiamo soprattutto emigranti meridionali, persone che ovunque andranno e qualunque sia il grado di inserimento raggiunto, non si sentiranno mai completamente del luogo, perché non si può dimenticare la terra d’origine; e quando dopo tanto tempo ci si ritorna giù per le ferie oppure, per i più fortunati, si va giù di tanto in tanto, ci si accorge di aver perso ogni appartenenza ai luoghi dell’infanzia, non ritrovando i vecchi amici e magari vedendo dei cambiamenti visivi tali da farti pensare che hai sbagliato paese; certuni non riconoscono più nemmeno il modo di fare dei propri familiari, o perchè magari sono cambiati i loro atteggiamenti, forse sono diventati più nordici e freddi e meno mediterranei e caldi; qualcuno nel constatare di non essere più ne carne e ne pesce, ha pensato di farla finita davvero e non virtualmente, tanto la carne da macello non si sa più a chi appartiene, così un emigrante non appartiene più a ciò che lascia ne a ciò a cui va incontro.
I pensieri riportati in questo scritto sono espressioni raccapriccianti arrivatoci via mail e da contatti personali. Non vogliamo certo generalizzare questi stati d’animo a tutti, ma siamo arrivati alla conclusione che sentirsi soli, senza patria e senza identità è un qualcosa che, in misure diverse e in tempi diversi, permea i pensieri e i sentimenti di ogni meridionale. Noi di NAPOLITANIA, Figli del SUD,intendiamo creare un’associazione di gruppi di emigranti dalle più svariate parti del nord. A questo punto, tu che hai letto fin qui e senti di essere un emigrante, e credi di essere abbastanza meridionale da poter essere un Figlio del SUD, sappi che ti stiamo vicino e tu aiutaci a stare vicino agli altri compaesani.

Antonio Iannaccone
Promotore de “I Figli del SUD”

napolitania@alice.it - figlidelsud@virgilio.it

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L 'INDIPENDENZA

L'Indipendenza
I N D I P E N D E N C Y
Oggi, amici, vi dico di non indugiare oltre, e non disperarsi neanche di fronte alle difficoltà che oggi ci vengono messi dinnanzi. Io voglio, che un giorno la nazione Napolitana si sollevi e faccia valere i propri diritti, e cioè che tutti gli uomini sono stati creati uguali e quindi che non ci sia più emigrazione, ma che ogni meridionale possa trovare il proprio lavoro nel suo territorio come fanno gli italiani del nord. E’ un nostro diritto inalienabile. Io voglio, che un giorno, i nostri figli possano aver la scelta di vivere, lavorare e morire, nelle nostre terre, nelle nostre città, nella felice patria dei nostri avi, che pur combattendo non riuscirono a scrollarsi di dosso le malandrine mani di tiranni antichi e moderni, che hanno ucciso, distrutto e saccheggiato, alla pari dei barbari distruttori dell’Impero Romano, ma non ricordo Unni, Vandali o Goti, che abbiano deportato i propri nemici in lager e poi sciolti nella calce viva, o che per rappresaglia abbiano infierito sulla popolazione inerme, squartando e violentando donne e bambini colpevoli solo di appartenere alla resistenza del popolo invaso. Io voglio, che un giorno persino le organizzazioni internazionali, a iniziare dall’ONU, riconoscano, come gia hanno sottoscritto in più trattati, il diritto costituzionale di un popolo ad esistere, in quanto, gli abitanti del Sud della penisola italica sono un popolo con eguale cultura, storia, religione e vita sociale, e questo ci dà il diritto ad avere un proprio governo, e a proclamarci stato indipendente.
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita , la Libertà , e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire.
Tale è stata la paziente sopportazione del popolo del SUD Italia e tale è la necessità a mutare la sottomissione ai governi dell’attuale stato, che sono stati storia di ripetuti torti e soprusi, tutti diretti a tenere sottomesso il popolo di questo territorio, sin da quando era unito come popolo delle Due sicilie.
Per dimostrarlo ecco che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede i fatti dei continui governi.
1. Hanno sempre schivato la necessità di fare leggi per promuovere la vera rinascita economica e sociale, necessarie per le persone del luogo, dopo che dall’invasione senza dichiarazione di guerra del 1860, tutto il territorio in discussione, fu barbaramente razziato, spogliato di ogni risorsa industriale per favorire il nord del paese e tenuto chiusi gli istituti scolastici e università per divulgare l’ignoranza e favorire l’emigrazione fino ad allora sconosciuta a questo popolo. Ed ha costretto i nostri concittadini fatti prigionieri a portare le armi contro il loro paese, i loro conterranei e a diventare carnefici dei loro amici e confratelli, o a cadere uccisi per mano di questi. Scatenando una guerra lunga dieci anni e disprezzando i patrioti legittimisti verso l’opinione pubblica mondiale con l’appellativo di briganti, mentre invece erano loro i tagliatori di teste e squartatori di donne.
2. Pur avendo questo territorio una popolazione superiore al resto dello stato italiano, hanno fatto in modo sin dall’inizio, che non ci fossero troppi rappresentanti in parlamento, così che sempre in minoranza, non si è mai potuto far valere i diritti del popolo.
3. Hanno favorito lo sviluppo di un’area del paese(quella del nord), trascurando, volontariamente, i diritti e i bisogni della popolazione meridionale, preoccupandosi solo che potessero arrivare in buone condizioni a lavorare nelle fabbriche stanziate tutte al nord, perchè avevano bisogno di manodopera.
4. Hanno favorito la nascita della criminalità organizzata(camorra, mafia, ndrangheta, Scu)qualificando noti criminali come funzionari statali, sindaci, governatori, consiglieri, sollevandoli al rango di politici mediante i quali tengono sotto controllo il territorio e lo stesso popolo, stando bene attenti ad ogni segnale di recupero e facendo in modo che non ci sia rinascita popolare. E lì dove i governi locali sono stati ritenuti sciolti per associazione mafiosa, viene a governare un commissario speciale dello stato, così che i governi hanno poteri diretti su questi territori.
5. Hanno stabilito nuove cariche, tra familiari loro, istituendo nuovi organi d’ufficio e stabilendo nuovi stipendi esagerati solo per generare nuove tasse e balzelli che il popolo, nel suo modo di vivere arrangiandosi e non avendo avuto un lavoro, non riesce a pagare.
6. Hanno fatto in modo che, non avendo un lavoro e volendo lavorare, i meridionali si dedicassero alla carriera militare o nella Polizia per poter guadagnare uno stipendio, ma con il rischio di morire per le strade o peggio ancora, trovando la morte in terre lontane, quando, è bene che si sappia, un Duosiciliano non ha mai fatto guerra a nessuno essendo pacifico e di spirito allegro.
7. Con la scusa di faide mafiose, hanno mandato sempre più spesso i militari per le strade delle città del Sud, sovrapponendosi alle autorità locali. Una vera e propria azione coloniale degna del XIX secolo.
8. Hanno fatto in modo così, di far nascere un certo odio tra le popolazioni del nord e il popolo duosiciliano, il quale è sempre deriso, schernito e soggetto,nel tempo, a maltrattamenti fisici fino ai primi del ‘900 e ora a maltrattamenti psichici.
9. Hanno fatto in modo che al Sud le tasse sono superiori a quelle del nord, come le quote assicurative, che arrivano anche al 300%. Vita, Libertà, Giustizia e Felicita non sono tutelate nei territori di questo popolo:le Due Sicilie.
10. Hanno sradicato la nostra radice storica, trasportando al nord tutto ciò che di buono avevamo. Siamo stati derubati in tutti i sensi e soprattutto insegnandoci a scuola delle menzogne per quanto riguarda il risorgimento, manipolando le nostre menti e rendendoci, così, schiavi dell’invenzione del meridionale sporco e nullafacente.
11. Non hanno ascoltato le grida di aiuto di ognuno di noi che hanno continuato a scrivere ai vari governi e capi di stato, da qualsiasi canale e ultimamente anche via web, ma le mancate risposte e i loro silenziosi comportamenti non trovano eguali tra i monarchi di un tempo, e sono del tutto indegni di un capo di una nazione civile e moderna. Sono di questi governi italici tutte queste e altre azioni, per mezzo delle quali si può definire un tiranno, inadatto a governare un vero popolo libero. Infatti visto che non c’è più niente da rubare al popolo duosiciliano, il peso delle malefatte storiche e dell’incapacità governativa, sta ricadendo anche sui popoli del nord. Dobbiamo perciò, necessariamente rassegnarci alla separazione dal resto dell’Italia e che per diritto internazionale e divino la Napolitania deve essere uno Stato Libero e Indipendente, distaccandosi da Roma capitale d’Italia e che, come tale, ha pieno potere di contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegniamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.
Antonio Iannaccone