domenica 8 marzo 2009

L'alba di un nuovo meridionalismo

Di Enzo Riccio - PdSud sez. "Lucio Barone" Roma
Le ultime vicende che hanno coinvolto il variegato mondo meridionalista, purtroppo ancora frammentato in troppi movimenti, partiti e gruppetti, impongono una riflessione che evidenzia alcuni aspetti positivi e altri negativi, quest’ultimi sono errori di cui spero potremmo far tesoro.Da un lato notiamo con soddisfazione che sono nati parecchi gruppi che iniziano a distaccarsi dal “neoborbonismo” classico fatto di sola azione culturale e di convegni, questa parte del nostro mondo è fondamentale, ma, secondo me, ha i suoi limiti nel non proporre azioni efficaci per lo scenario politico di oggi e per un coinvolgimento dei più giovani. Alla fine, con la sola azione culturale, non si cresce più di tanto e si viene facilmente rinchiusi nel ghetto dei “nostalgici”, perdendo pure troppo tempo in sterili polemiche e sospetti, ad esempio con le solite accuse ad altri gruppi di “giacobinismo” o peggio ancora di “scarsa purezza neoborbonica”; forse alcuni nostri amici sono fermi al 1861 e non hanno ancora capito che il nostro glorioso Regno delle Due Sicilie è finito (purtroppo!) e non potrà mai più rinascere nei modi e nelle forme dell’800, seppur rimanendo un importantissimo riferimento culturale e di rivendicazione storica per la “questione meridionale” nata dopo l’Unità d’Italia e la truffa del Risorgimento, e non prima come ci insegna la “Storia” ufficiale.E’ inutile continuare a parlare in modo velleitario di ristabilire il Regno delle Due Sicilie o di ristabilire gli antichi confini o di “ricostruire la nazione”;
bisogna invece parlare al cuore e al portafogli del nostro popolo meridionale che, ancora schiavizzato dopo quasi 150 anni di colonizzazione, non avrà mai la forza di risollevarsi se non è anche coinvolto sulle scelte politiche contemporanee e sulla costruzione di un futuro diverso dal presente fatto di sottosviluppo, di potere criminale ed emigrazione.Quando si capirà che l’azione culturale non esclude, anzi rafforza, l’azione politica?
Quando si capirà che, nel rispetto delle differenze s’intende, si deve, oltre che diffondere la verità storica, manifestare insieme e scendere nelle nostre piazze, presentare liste congiunte alle elezioni, insomma essere visibili come movimento unitario di liberazione del Sud?
Quando ci sarà un’unica associazione culturale e un unico movimento politico che lavorano in sinergia?Sul versante politico assistiamo a tanti lodevoli tentativi, ma tra quelli più pragmatici distinguiamo almeno due atteggiamenti, chi pensa che da soli non potremo mai farcela (ma se non potremo mai farcela da soli che speranze di libertà possiamo mai avere?) e prova qualche “scorciatoia”, alleandosi con i partiti tradizionali italiani o peggio ancora inserendosi nelle sue fila credendo o meglio illudendosi di portare una ventata di meridionalismo identitario;
e poi c'e' chi pensa a costruire un movimento nuovo, autonomo dai vecchi partiti e dalle vecchie logiche, soprattutto libero dalla vecchia classe politica meridionale che è stata complice fondamentale della colonizzazione
italian-padana della nostra terra, costruita sul sottosviluppo e sul potere politico-mafioso.Ovviamente noi del Partito del Sud abbiamo scelto la seconda strada, ritenendo che la prima sia foriera di delusioni e disillusioni, pensando di “prendere un partito come prendere un taxi come passeggero” come diceva Enrico Mattei e poi diventando ben presto il conducente per qualcun altro.
E’ una strada molto più lunga e difficile e sappiamo che siamo ancora all’inizio del cammino, ma questa ci pare l’unica via che ha qualche probabilità di successo nel lungo periodo e che ci permette di conservare la nostra dignità di uomini liberi. Le ultime recenti delusioni sulla strada dell’aggregazione, non ci dovranno far cambiare idea, dobbiamo continuare a radicarci sul territorio e scegliere alleanze tattiche e programmatiche sul singolo territorio che non vanno in contraddizione con una strategia complessiva, ad esempio con liste civiche e altri movimenti meridionalisti autonomi.Sperando quindi di essere all’alba di un nuovo meridionalismo, non piagnone, non lamentoso e non solo nostalgico dei “bei tempi andati”, ma un movimento unitario che possa proporre alternative alle scelte del governo coloniale sugli inceneritori e sulla politica energetica, alternative alle cattedrali nel deserto tipo il Ponte sullo Stretto che finirebbe per arricchire l’Impregilo e non il popolo siciliano o quello del Sud in generale, proporre un federalismo diverso da quello proposto dalla Lega Nord, una lotta vera alla criminalità organizzata, politiche economiche di sviluppo che non tengano conto solo delle esigenze delle aziende del Nord ma di quelle specifiche del nostro territorio e della nostra gente…su tutto questo faccio un appello agli altri gruppi e movimenti …uniamoci, conservando le nostre specificità e le nostre diversità di strategie, lottiamo insieme contro il nemico comune e non tra di noi!Già nel 1925 Guido Dorso nel suo libro “Rivoluzione Meridionale” avvertiva l’esigenza di un movimento politico meridionalista autonomo dai partiti italiani tradizionali, troppo legati agli interessi del centro-nord; venendo a tempi più recenti un altro grande e compianto maestro del meridionalismo, il nostro caro Angelo Manna, ci ha detto: “Uscite dai partiti e dai sindacati italiani”
…quanto sono ancora attuali questi avvertimenti!

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L 'INDIPENDENZA

L'Indipendenza
I N D I P E N D E N C Y
Oggi, amici, vi dico di non indugiare oltre, e non disperarsi neanche di fronte alle difficoltà che oggi ci vengono messi dinnanzi. Io voglio, che un giorno la nazione Napolitana si sollevi e faccia valere i propri diritti, e cioè che tutti gli uomini sono stati creati uguali e quindi che non ci sia più emigrazione, ma che ogni meridionale possa trovare il proprio lavoro nel suo territorio come fanno gli italiani del nord. E’ un nostro diritto inalienabile. Io voglio, che un giorno, i nostri figli possano aver la scelta di vivere, lavorare e morire, nelle nostre terre, nelle nostre città, nella felice patria dei nostri avi, che pur combattendo non riuscirono a scrollarsi di dosso le malandrine mani di tiranni antichi e moderni, che hanno ucciso, distrutto e saccheggiato, alla pari dei barbari distruttori dell’Impero Romano, ma non ricordo Unni, Vandali o Goti, che abbiano deportato i propri nemici in lager e poi sciolti nella calce viva, o che per rappresaglia abbiano infierito sulla popolazione inerme, squartando e violentando donne e bambini colpevoli solo di appartenere alla resistenza del popolo invaso. Io voglio, che un giorno persino le organizzazioni internazionali, a iniziare dall’ONU, riconoscano, come gia hanno sottoscritto in più trattati, il diritto costituzionale di un popolo ad esistere, in quanto, gli abitanti del Sud della penisola italica sono un popolo con eguale cultura, storia, religione e vita sociale, e questo ci dà il diritto ad avere un proprio governo, e a proclamarci stato indipendente.
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita , la Libertà , e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire.
Tale è stata la paziente sopportazione del popolo del SUD Italia e tale è la necessità a mutare la sottomissione ai governi dell’attuale stato, che sono stati storia di ripetuti torti e soprusi, tutti diretti a tenere sottomesso il popolo di questo territorio, sin da quando era unito come popolo delle Due sicilie.
Per dimostrarlo ecco che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede i fatti dei continui governi.
1. Hanno sempre schivato la necessità di fare leggi per promuovere la vera rinascita economica e sociale, necessarie per le persone del luogo, dopo che dall’invasione senza dichiarazione di guerra del 1860, tutto il territorio in discussione, fu barbaramente razziato, spogliato di ogni risorsa industriale per favorire il nord del paese e tenuto chiusi gli istituti scolastici e università per divulgare l’ignoranza e favorire l’emigrazione fino ad allora sconosciuta a questo popolo. Ed ha costretto i nostri concittadini fatti prigionieri a portare le armi contro il loro paese, i loro conterranei e a diventare carnefici dei loro amici e confratelli, o a cadere uccisi per mano di questi. Scatenando una guerra lunga dieci anni e disprezzando i patrioti legittimisti verso l’opinione pubblica mondiale con l’appellativo di briganti, mentre invece erano loro i tagliatori di teste e squartatori di donne.
2. Pur avendo questo territorio una popolazione superiore al resto dello stato italiano, hanno fatto in modo sin dall’inizio, che non ci fossero troppi rappresentanti in parlamento, così che sempre in minoranza, non si è mai potuto far valere i diritti del popolo.
3. Hanno favorito lo sviluppo di un’area del paese(quella del nord), trascurando, volontariamente, i diritti e i bisogni della popolazione meridionale, preoccupandosi solo che potessero arrivare in buone condizioni a lavorare nelle fabbriche stanziate tutte al nord, perchè avevano bisogno di manodopera.
4. Hanno favorito la nascita della criminalità organizzata(camorra, mafia, ndrangheta, Scu)qualificando noti criminali come funzionari statali, sindaci, governatori, consiglieri, sollevandoli al rango di politici mediante i quali tengono sotto controllo il territorio e lo stesso popolo, stando bene attenti ad ogni segnale di recupero e facendo in modo che non ci sia rinascita popolare. E lì dove i governi locali sono stati ritenuti sciolti per associazione mafiosa, viene a governare un commissario speciale dello stato, così che i governi hanno poteri diretti su questi territori.
5. Hanno stabilito nuove cariche, tra familiari loro, istituendo nuovi organi d’ufficio e stabilendo nuovi stipendi esagerati solo per generare nuove tasse e balzelli che il popolo, nel suo modo di vivere arrangiandosi e non avendo avuto un lavoro, non riesce a pagare.
6. Hanno fatto in modo che, non avendo un lavoro e volendo lavorare, i meridionali si dedicassero alla carriera militare o nella Polizia per poter guadagnare uno stipendio, ma con il rischio di morire per le strade o peggio ancora, trovando la morte in terre lontane, quando, è bene che si sappia, un Duosiciliano non ha mai fatto guerra a nessuno essendo pacifico e di spirito allegro.
7. Con la scusa di faide mafiose, hanno mandato sempre più spesso i militari per le strade delle città del Sud, sovrapponendosi alle autorità locali. Una vera e propria azione coloniale degna del XIX secolo.
8. Hanno fatto in modo così, di far nascere un certo odio tra le popolazioni del nord e il popolo duosiciliano, il quale è sempre deriso, schernito e soggetto,nel tempo, a maltrattamenti fisici fino ai primi del ‘900 e ora a maltrattamenti psichici.
9. Hanno fatto in modo che al Sud le tasse sono superiori a quelle del nord, come le quote assicurative, che arrivano anche al 300%. Vita, Libertà, Giustizia e Felicita non sono tutelate nei territori di questo popolo:le Due Sicilie.
10. Hanno sradicato la nostra radice storica, trasportando al nord tutto ciò che di buono avevamo. Siamo stati derubati in tutti i sensi e soprattutto insegnandoci a scuola delle menzogne per quanto riguarda il risorgimento, manipolando le nostre menti e rendendoci, così, schiavi dell’invenzione del meridionale sporco e nullafacente.
11. Non hanno ascoltato le grida di aiuto di ognuno di noi che hanno continuato a scrivere ai vari governi e capi di stato, da qualsiasi canale e ultimamente anche via web, ma le mancate risposte e i loro silenziosi comportamenti non trovano eguali tra i monarchi di un tempo, e sono del tutto indegni di un capo di una nazione civile e moderna. Sono di questi governi italici tutte queste e altre azioni, per mezzo delle quali si può definire un tiranno, inadatto a governare un vero popolo libero. Infatti visto che non c’è più niente da rubare al popolo duosiciliano, il peso delle malefatte storiche e dell’incapacità governativa, sta ricadendo anche sui popoli del nord. Dobbiamo perciò, necessariamente rassegnarci alla separazione dal resto dell’Italia e che per diritto internazionale e divino la Napolitania deve essere uno Stato Libero e Indipendente, distaccandosi da Roma capitale d’Italia e che, come tale, ha pieno potere di contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegniamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.
Antonio Iannaccone