sabato 4 luglio 2009

Il Sud e lo strano caso della "Banca del Mezzogiorno"

Il Sud e lo strano caso della "Banca del Mezzogiorno"
Una delle ragioni fondamentali perché il Sud ritorni ad essere indipendente (e senza alternative per il nostro sviluppo): leggete e capirete come siamo stati e continuiamo ad essere vilmente colonizzati dalle cosche finanziarie del Nord.

A volte, risalire al bandolo della matassa di certi fatti, appare difficile. Lo diviene ancor più, se nel fatto coesistono interessi economici. E la difficoltà, cresce in maniera esponenziale, nel momento in cui questi interessi economici hanno commistione fra il pubblico ed il privato. La “Banca del mezzogiorno” è uno di questi fatti. Nella Finanziaria del 2006 il Ministro Tremonti, inserì la costituzione di questa Banca, che nell’immaginario del mondo economico nazionale, doveva – e dovrebbe ancora – rappresentare un punto di riferimento per il credito agevolato delle zone cosidette “sottoutilizzate”.Il Sud, si sa, ha perso negli anni ‘90 la propria identità territoriale bancaria con l’assorbimento del Banco di Sicilia da parte del Gruppo Unicredit e del Banco di Napoli da parte del Gruppo S. Paolo IMI.
L’identità economica del Sud, viene così inglobata nei gruppi più estesi e rappresentativi del nostro sistema bancario.
Il Mezzogiorno, rimane un’area molto importante del nostro Paese, che da sempre subisce però le storture di un Sistema socio economico che non ha mai consentito uno sviluppo omogeneo del territorio, lasciando che molte regioni camminassero come su un binario parallelo pur sullo stesso territorio.
Non si è mai fatto nulla di realmente concreto al fine di sviluppare ad esempio, le risorse agroalimentari del Sud, o lo sviluppo del settore artigianale, che avrebbe consentito a queste aree di poter rivalutare se stesse, impiegando peraltro risorse interne.
Invece, come spesso accade, per una somma di motivazioni che come sempre non vengono rese note alla nazione, il Mezzogiorno resta ed è da sempre, una sorta di “terzo mondo” nazionale, cui guardare come una sorta di un pallido ricordo di ciò per cui furono istituiti. A nulla servono peraltro, i ripetuti messaggi ed appelli delle amministrazioni locali del Mezzogiorno. Un soliloquio perenne ormai fra piccole realtà locali e Stato.
Ecco quindi, che con un progetto presentato all’interno della Finanziaria 2006, il Ministro Tremonti sortisce quella che ancor oggi appare come una mistificazione di intenti.
Ecco cosa si legge nel testo della Finanziaria in questione, datata 23 Dicembre 2005 al comma 377: “Con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo economico del Mezzogiorno è costituita, in forma di società per azioni, la Banca del Mezzogiorno, di seguito denominata «Banca». Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con il decreto di cui al comma 377, è istituito il comitato promotore con il compito di dare attuazione a quanto previsto dal presente comma.” E’ in quel “è costituita” che si perde il senso della realtà dei fatti. E’ in quel “entro trenta giorni dalla presente è costituito il comitato promotore” che ci si comincia a perdere in un reticolato di informazioni che si perdono per poi, in maniera del tutto atipica, ritrovarle in dichiarazioni che non vengono ancor oggi – siamo nel 2009 – supportate dai fatti.
Insomma: di questa “Banca del Mezzogiorno” si è scritto e parlato, ma negli ambitistrettamente dedicati al mondo politico ed economico. Considerando che questa entità economica dovrebbe poi essere un’entità Pubblica a partecipazione privata – i cittadini acquistano quote divenendo azionisti e creando il capitale sociale – ci si chiede come, quando e con queli mezzi la cittadinanza sia stata informata.
E’ necessario fare una fitta serie di ricerche. E poi, ricerche nelle ricerche, per individuare ad esempio il “comitato promotore” nell’organizzazione di un servizio ai contribuenti che si propone sul Web col sito istituzionale www.comitatopromotorebancadelsud.it per scoprire un po’ di cose.
Fra il 2006 ed il 2007, hanno “aderito” arisorsa cui attingere attraverso una strana forma di interventi che, all’atto pratico, non sono intese al miglioramento delle aree sottoutilizzate bensì al loro sfruttamento.Utilizzate come una sorta di vessillo quando il momento storico impone strategie che portino la Comunità nazionale ed internazionale a pensare che si stia facendo qualcosa di utile per lo sviluppo economico.
Ne è un esempio, la costituzione nel 2003 degli ormai famosi F.A.S. fondi per le Aree Sottoutilizzate, che nell’atto costitutivo conservano un miraggio di progettualità di riforma e consolidamento del nostro Sud, ma che nella realtà sono divenuti subito il salvadanaio di scorta dei conti pubblici Italiani.
Dai fondi F.A.S. si attinge a piene mani.Per motivazioni che non conservano nepppure questa “Banca del Mezzogiorno” sottoscrivendo pacchetti azionari: Maurizio Romiti, figlio di quel Cesare Romiti già condannato nel 2000 irregolarità relative al periodo in cui ricopriva la carica di amministratore delegato del gruppo Fiat ed in quaklità di consigliere in Rcs MediaGroup. Ricordo peraltro, che cesare Romiti è il fondatore della Impregilo s.p.a. tristemente nota alle cronache attuali per esser stata l’impresa a partecipazione statale che creò quello scempio di non agibilità, chiamato Ospedale S. Salvatore dell’Aquila, crollato sotto il peso di appalti facili e materiali di quart’ordine.
Cesare Romiti quindi, manda avanti il figliol prodigo che acquista per nome della sua Pentar s.p.a. impresa che opera – guardacaso – nel settore finanziario, ben 250.000 euro di azioni: il massimo consentito in una unica operazione. Romiti, raddoppierà l’investimento prima della chiusura della raccolta.
Ma c’è di più. Molto di più. Dal 2006 al 2007, acquistano quote azionarie persino il Banco di Napoli e la Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
E la “chicca fra le chicche”: si scopre, con una plateale strategia che è servita a confondere ancora di più le acque che c’è un mistero nell’indicazione del nome. Nella Finaziaria del 2006, il Ministro Tremonti indicava in “Banca del Mezzogiorno” quella che, attraverso il comitato promotore della stessa viene invece chiamata “Banca del Sud” L’inghippo: lo stesso comitato promotore, peraltro designato dal Governo in carica, aveva registrato il marchio non più come “Banca del Mezzogiorno” ma come “Banca del Sud”. Un po’ di fumo in più, a rendere il tutto più oscuro.
Nesssuno poi chiarisce nulla. Scarni comunicati dello stesso Comitato Promotore che più che chiarire confondono ancor più le idee. Provate voi stessi a decifrare il contenuto di questo articolo di cui peraltro non si conosce provenienza certa: http://www.comitatopromotorebancadelsud.it/rassegna/Econo...
Sta di fatto che, fra “Banca del Sud” e “Banca del Mezzogiorno” si perdono i confini reali di un progetto di Stato che si confondee nelle profonde oscurità di economie private, fondi che passano di mano in mano e strategie finanziarie da azionisti di primo livello
Ad oggi: la “Banca del Sud” è un Istituto con sedi a Napoli e Caserta, fondato nel 2007, il cui Presidente appare essere quel Giulio lanciotti facente parte del Comitato Promotore istituito da Giulio Tremonti nella finanziaria 2006.
La “Banca del Mezzogiorno” non è stata ancora costituita, se non per la proclamazione della stessa ed una confusione epocale sui nomi e la sorgente di acquiso dei pacchetti azionari. Una “ Banca Popolare del Meridione” appare a Maggio in un articolo di “Caserta News” (apri link all’articolo: http://www.casertanews.it/public/articoli/200905/art_2009...) e sembra avere tutte le connotazioni del progetto originario denominato “Banca del Mezzogiorno”.
Dal cappello a cilindro, dalle scatole cinesi, dale Matrioske del nostro sistema economico, una volta in più per tentare di comprendere, dobbiamo essere in grado di scavare e scavare fra brandelli di verità ed informazioni scarse e frammentate.
E sperare peraltro, di capirci qualcosa che sia utile alla comprensione. Ciò che appare chiaro di tutta questa vicenda a mio avviso, è che si sono create più opportunità per alcune entità - che avevano probabilmente necessità di convertire parte dei propri fondi in qulacosa di diverso dalle loro imprese - e che una volta di più, il Sud rimane quel profondo mistero di una nazione che non consente sviluppo alcuno. Se non delle stesse entità istituzionali.
.....
Dal sito: “comitatopromotorebancadelsud.it) leggi gli articoli apparsi sulla Stampa nazionale: http://www.comitatopromotorebancadelsud.it/
Il Sito Istituzionale di “Banca del Sud”: http://www.bancadelsud.com/

Da: Redazione Due Sicilie

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L 'INDIPENDENZA

L'Indipendenza
I N D I P E N D E N C Y
Oggi, amici, vi dico di non indugiare oltre, e non disperarsi neanche di fronte alle difficoltà che oggi ci vengono messi dinnanzi. Io voglio, che un giorno la nazione Napolitana si sollevi e faccia valere i propri diritti, e cioè che tutti gli uomini sono stati creati uguali e quindi che non ci sia più emigrazione, ma che ogni meridionale possa trovare il proprio lavoro nel suo territorio come fanno gli italiani del nord. E’ un nostro diritto inalienabile. Io voglio, che un giorno, i nostri figli possano aver la scelta di vivere, lavorare e morire, nelle nostre terre, nelle nostre città, nella felice patria dei nostri avi, che pur combattendo non riuscirono a scrollarsi di dosso le malandrine mani di tiranni antichi e moderni, che hanno ucciso, distrutto e saccheggiato, alla pari dei barbari distruttori dell’Impero Romano, ma non ricordo Unni, Vandali o Goti, che abbiano deportato i propri nemici in lager e poi sciolti nella calce viva, o che per rappresaglia abbiano infierito sulla popolazione inerme, squartando e violentando donne e bambini colpevoli solo di appartenere alla resistenza del popolo invaso. Io voglio, che un giorno persino le organizzazioni internazionali, a iniziare dall’ONU, riconoscano, come gia hanno sottoscritto in più trattati, il diritto costituzionale di un popolo ad esistere, in quanto, gli abitanti del Sud della penisola italica sono un popolo con eguale cultura, storia, religione e vita sociale, e questo ci dà il diritto ad avere un proprio governo, e a proclamarci stato indipendente.
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita , la Libertà , e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire.
Tale è stata la paziente sopportazione del popolo del SUD Italia e tale è la necessità a mutare la sottomissione ai governi dell’attuale stato, che sono stati storia di ripetuti torti e soprusi, tutti diretti a tenere sottomesso il popolo di questo territorio, sin da quando era unito come popolo delle Due sicilie.
Per dimostrarlo ecco che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede i fatti dei continui governi.
1. Hanno sempre schivato la necessità di fare leggi per promuovere la vera rinascita economica e sociale, necessarie per le persone del luogo, dopo che dall’invasione senza dichiarazione di guerra del 1860, tutto il territorio in discussione, fu barbaramente razziato, spogliato di ogni risorsa industriale per favorire il nord del paese e tenuto chiusi gli istituti scolastici e università per divulgare l’ignoranza e favorire l’emigrazione fino ad allora sconosciuta a questo popolo. Ed ha costretto i nostri concittadini fatti prigionieri a portare le armi contro il loro paese, i loro conterranei e a diventare carnefici dei loro amici e confratelli, o a cadere uccisi per mano di questi. Scatenando una guerra lunga dieci anni e disprezzando i patrioti legittimisti verso l’opinione pubblica mondiale con l’appellativo di briganti, mentre invece erano loro i tagliatori di teste e squartatori di donne.
2. Pur avendo questo territorio una popolazione superiore al resto dello stato italiano, hanno fatto in modo sin dall’inizio, che non ci fossero troppi rappresentanti in parlamento, così che sempre in minoranza, non si è mai potuto far valere i diritti del popolo.
3. Hanno favorito lo sviluppo di un’area del paese(quella del nord), trascurando, volontariamente, i diritti e i bisogni della popolazione meridionale, preoccupandosi solo che potessero arrivare in buone condizioni a lavorare nelle fabbriche stanziate tutte al nord, perchè avevano bisogno di manodopera.
4. Hanno favorito la nascita della criminalità organizzata(camorra, mafia, ndrangheta, Scu)qualificando noti criminali come funzionari statali, sindaci, governatori, consiglieri, sollevandoli al rango di politici mediante i quali tengono sotto controllo il territorio e lo stesso popolo, stando bene attenti ad ogni segnale di recupero e facendo in modo che non ci sia rinascita popolare. E lì dove i governi locali sono stati ritenuti sciolti per associazione mafiosa, viene a governare un commissario speciale dello stato, così che i governi hanno poteri diretti su questi territori.
5. Hanno stabilito nuove cariche, tra familiari loro, istituendo nuovi organi d’ufficio e stabilendo nuovi stipendi esagerati solo per generare nuove tasse e balzelli che il popolo, nel suo modo di vivere arrangiandosi e non avendo avuto un lavoro, non riesce a pagare.
6. Hanno fatto in modo che, non avendo un lavoro e volendo lavorare, i meridionali si dedicassero alla carriera militare o nella Polizia per poter guadagnare uno stipendio, ma con il rischio di morire per le strade o peggio ancora, trovando la morte in terre lontane, quando, è bene che si sappia, un Duosiciliano non ha mai fatto guerra a nessuno essendo pacifico e di spirito allegro.
7. Con la scusa di faide mafiose, hanno mandato sempre più spesso i militari per le strade delle città del Sud, sovrapponendosi alle autorità locali. Una vera e propria azione coloniale degna del XIX secolo.
8. Hanno fatto in modo così, di far nascere un certo odio tra le popolazioni del nord e il popolo duosiciliano, il quale è sempre deriso, schernito e soggetto,nel tempo, a maltrattamenti fisici fino ai primi del ‘900 e ora a maltrattamenti psichici.
9. Hanno fatto in modo che al Sud le tasse sono superiori a quelle del nord, come le quote assicurative, che arrivano anche al 300%. Vita, Libertà, Giustizia e Felicita non sono tutelate nei territori di questo popolo:le Due Sicilie.
10. Hanno sradicato la nostra radice storica, trasportando al nord tutto ciò che di buono avevamo. Siamo stati derubati in tutti i sensi e soprattutto insegnandoci a scuola delle menzogne per quanto riguarda il risorgimento, manipolando le nostre menti e rendendoci, così, schiavi dell’invenzione del meridionale sporco e nullafacente.
11. Non hanno ascoltato le grida di aiuto di ognuno di noi che hanno continuato a scrivere ai vari governi e capi di stato, da qualsiasi canale e ultimamente anche via web, ma le mancate risposte e i loro silenziosi comportamenti non trovano eguali tra i monarchi di un tempo, e sono del tutto indegni di un capo di una nazione civile e moderna. Sono di questi governi italici tutte queste e altre azioni, per mezzo delle quali si può definire un tiranno, inadatto a governare un vero popolo libero. Infatti visto che non c’è più niente da rubare al popolo duosiciliano, il peso delle malefatte storiche e dell’incapacità governativa, sta ricadendo anche sui popoli del nord. Dobbiamo perciò, necessariamente rassegnarci alla separazione dal resto dell’Italia e che per diritto internazionale e divino la Napolitania deve essere uno Stato Libero e Indipendente, distaccandosi da Roma capitale d’Italia e che, come tale, ha pieno potere di contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegniamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.
Antonio Iannaccone