venerdì 7 agosto 2009

Gaeta chiederà i danni a Casa Savoia per i danni subiti nell'assedio del 1860/61 - La relazione dell'Avv. Pasquale Troncone.

Il 6 dicembre del 2008 si riunì a Gaeta il Consiglio Comunale della città martire del Risorgimento piemontese.
Il Consiglio, all'unanimità dei presenti,deliberò che fossero restituiti alla citta'i beni demaniali requisiti dai savoiardi e la possibilità di una denuncia verso gli eredi di Casa Savoia per i danni arrecati a persone e cose durante l'assedio del 1860-61.
Quel consiglio comunale fu voluto fortemente dall'Assesore al Demanio Cap.Antonio Ciano,noto storico meridionalista, nonchè Segretario Nazionale del Partito del Sud.Prima di una eventuale denuncia è stato chiesto un parere tecnico ad uno tra i più valenti avvocati di Napoli, l'Avv.Pasquale Troncone, patrocinante in cassazione nonchè Prof.aggiunto di Diritto Penale presso l'Università Federico II di Napoli.Molta della notevole e preziosa documentazione è stata recuperata dall'Assessore Ciano presso l'Archivio Storico della citta'.
Il Sindaco di Gaeta Dr. Antonio Raimondi ringrazia l'esimio e dotto Avv.Troncone per lo studio gratuitamente fatto sulla rilevanza giuridica degli effetti dell'assedio del 1860-1861, studio che proponiamo e che dimostra la fondatezza su basi giuridiche della richiesta di risarcimento.Antonio CianoAssessore al Demanio del Comune di GaetaSegretario Nazionale del Partito del Sud
P r e a m b o l oCapitolo I - Esposizione delle circostanze di fatto oggetto di indagineCapitolo II - Il regime giuridico di riferimentoCapitolo III - I problemi di discontinuità normativa e il fondamento deldiritto al risarcimento dei danniCapitolo IV - La qualificazione giuridica degli atti di belligeranzadell'esercito piemonteseCapitolo V - Le questioni dell'applicazione retroattiva del diritto punitivoCapitolo VI - Il quadro normativo compatibile con i fatti storici in esameCapitolo VII - Le possibili azioni riparative da intraprendere
P r e a m b o l o§. - Viene richiesto dal Sindaco del Comune di Gaeta (Lt), in ragione dell'atto di Delibera n. 100 del Consiglio comunale adottata il 6 dicembre 2008 e poi della Delibera n. 12 adottata dalla Giunta comunale in data 29 gennaio 2009, di esprimere un parere scritto pro-veritate in ordine alla possibilità di richiedere ed ottenere il risarcimento dei danni patiti da singoli cittadini e dalla municipalità in occasione dell'assedio portato dalla truppe di Vittorio Emanuele II al quartiere antico di Gaeta nel periodo 7 settembre 1860 - 14 febbraio 1861.§. - Prima di ogni altra cosa desidero esprimere il più sincero sentimento di gratitudine per aver destinato alla mia persona la richiesta di detto parere.Ritengo necessario allo stesso tempo precisare che l'indagine che segue non intende costituire il fondamento di rivendicazioni dinastiche di Case regnanti cessate né è volta a proporre riflessioni sulla opportunità e sulle ragioni che portarono, attraverso l'epopea risorgimentale, all'Unità territoriale e politica della penisola italiana.La formazione dello Stato unitario voleva essere e tuttora resta il naturale coronamento di un processo che il divenire della storia ha compiuto e che gli uomini nostri predecessori hanno favorito e di cui ancora oggi ne rivendichiamo la paternità e ne condividiamo le genuine, forti e ideali motivazioni, contro i sempre presenti auspici disgregatori (Scirocco A., Bologna, 1993 e 1998 ).Si è cercato, in definitiva, di evitare di esprimere giudizi di valore, apprezzamenti di natura politica, considerazioni di carattere critico, limitando l'esame unicamente ai profili giuridici della complessa vicenda.§. - L'attuale impegno di indagine giuridica investe dunque la valutazione delle condotte di singoli soggetti, le conseguenze dannose dell'eventuale loro illecito operato e quali azioni di natura giudiziaria o extra-giudiziaria si ritiene possibile promuovere per soddisfare, oltre che le ragioni della storia, i diritti fondamentali di singole persone che si pretende furono violati.Al compimento del 150° dell'Unità d'Italia e del 60° anniversario della "Dichiarazione Universale dei Diritti Umani" adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, nell'interesse della comunità municipale che rivendica i diritti violati, si impone come opportuno, attraverso adeguati strumenti di accertamento tecnico-giuridico, ristabilire un dialogo di pacificazione delle parti in causa, ripristinando la legalità e dichiarando estinti i motivi di contrasto e di contrapposizione (Semelin J., Torino, 2007).§. - Al di là di motivazioni ispirate ai fondamenti del diritto positivo e dell'etica, vi sono ben altre ragioni di carattere ideale che impongono un'indagine accurata dei fatti accaduti nel biennio 1860-1861, ragioni che attengono al diritto naturale, dove il rispetto della sovranità ordinamentale di uno Stato -i cui caratteri sono indipendenza, supremazia, originarietà- si intreccia con il rispetto dei diritti inalienabili della persona umana e, soprattutto, con la libera determinazione di ciascuno a veder riabilitato il vissuto della propria comunità di appartenenza per legittimare l'integra titolarità del proprio presente.Resta significativa a tale proposito l'affermazione formulata dai rappresentanti del Comune di Gaeta che si facevano portavoce del sentimento dei loro concittadini dell'epoca: "..non credasi, che questa città s'astenga e si asterrà dal presentare diversamente le sue ragioni per mera pusillanimità;" (Memoria della Città di Gaeta inviata al Parlamento di Torino nel 1865).§. - Le fonti ossia il vasto materiale documentario ed archivistico che costituisce la piattaforma "di fatto" che si pone alla base del presente parere e che verranno progressivamente più avanti richiamate, sono le seguenti:- Verbali e Deliberazioni del Decurionato di Gaeta dal 20 giugno 1858 al 24 febbraio 1863;- Memoria della Città di Gaeta inviata al Parlamento di Torino nel 1865 dal Sindaco Domenico Vellucci (pubbl. 1866).A tanto si aggiunga il considerevole numero di lavori monografici e antologici sull'argomento nonchè la memorialistica, oltre ai numerosi riferimenti legislativi espressi dagli ordinamenti giuridici delle cessate monarchie -borbonica e sabauda- e della Repubblica italiana, tutti riferimenti che verranno di seguito puntualmente forniti -seppure con indicazioni bibliografiche essenziali- per un corretto percorso di verifica della ricostruzione storiografica e giuridica che viene proposta.§. - Va posto chiaramente in premessa che il Comune di Gaeta con tale iniziativa intende riaffermare la sua fedeltà ai principi della Costituzione repubblicana del 1948 ed in particolare tutta l'azione amministrativa che ne dovesse conseguire, non potrebbe non essere informata al dettato dell'art. 54 Cost. "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore..". Del pari decisivo deve essere considerato il criterio di prudenza che in generale governa l'intera azione amministrativa, ma in particolare, per il caso che ci occupa, le singole possibili iniziative dovranno passare al vaglio del giudizio di opportunità, al fine di individuare e coltivare le opzioni più rispettose delle legittime esigenze della Comunità cittadina.

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L 'INDIPENDENZA

L'Indipendenza
I N D I P E N D E N C Y
Oggi, amici, vi dico di non indugiare oltre, e non disperarsi neanche di fronte alle difficoltà che oggi ci vengono messi dinnanzi. Io voglio, che un giorno la nazione Napolitana si sollevi e faccia valere i propri diritti, e cioè che tutti gli uomini sono stati creati uguali e quindi che non ci sia più emigrazione, ma che ogni meridionale possa trovare il proprio lavoro nel suo territorio come fanno gli italiani del nord. E’ un nostro diritto inalienabile. Io voglio, che un giorno, i nostri figli possano aver la scelta di vivere, lavorare e morire, nelle nostre terre, nelle nostre città, nella felice patria dei nostri avi, che pur combattendo non riuscirono a scrollarsi di dosso le malandrine mani di tiranni antichi e moderni, che hanno ucciso, distrutto e saccheggiato, alla pari dei barbari distruttori dell’Impero Romano, ma non ricordo Unni, Vandali o Goti, che abbiano deportato i propri nemici in lager e poi sciolti nella calce viva, o che per rappresaglia abbiano infierito sulla popolazione inerme, squartando e violentando donne e bambini colpevoli solo di appartenere alla resistenza del popolo invaso. Io voglio, che un giorno persino le organizzazioni internazionali, a iniziare dall’ONU, riconoscano, come gia hanno sottoscritto in più trattati, il diritto costituzionale di un popolo ad esistere, in quanto, gli abitanti del Sud della penisola italica sono un popolo con eguale cultura, storia, religione e vita sociale, e questo ci dà il diritto ad avere un proprio governo, e a proclamarci stato indipendente.
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita , la Libertà , e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire.
Tale è stata la paziente sopportazione del popolo del SUD Italia e tale è la necessità a mutare la sottomissione ai governi dell’attuale stato, che sono stati storia di ripetuti torti e soprusi, tutti diretti a tenere sottomesso il popolo di questo territorio, sin da quando era unito come popolo delle Due sicilie.
Per dimostrarlo ecco che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede i fatti dei continui governi.
1. Hanno sempre schivato la necessità di fare leggi per promuovere la vera rinascita economica e sociale, necessarie per le persone del luogo, dopo che dall’invasione senza dichiarazione di guerra del 1860, tutto il territorio in discussione, fu barbaramente razziato, spogliato di ogni risorsa industriale per favorire il nord del paese e tenuto chiusi gli istituti scolastici e università per divulgare l’ignoranza e favorire l’emigrazione fino ad allora sconosciuta a questo popolo. Ed ha costretto i nostri concittadini fatti prigionieri a portare le armi contro il loro paese, i loro conterranei e a diventare carnefici dei loro amici e confratelli, o a cadere uccisi per mano di questi. Scatenando una guerra lunga dieci anni e disprezzando i patrioti legittimisti verso l’opinione pubblica mondiale con l’appellativo di briganti, mentre invece erano loro i tagliatori di teste e squartatori di donne.
2. Pur avendo questo territorio una popolazione superiore al resto dello stato italiano, hanno fatto in modo sin dall’inizio, che non ci fossero troppi rappresentanti in parlamento, così che sempre in minoranza, non si è mai potuto far valere i diritti del popolo.
3. Hanno favorito lo sviluppo di un’area del paese(quella del nord), trascurando, volontariamente, i diritti e i bisogni della popolazione meridionale, preoccupandosi solo che potessero arrivare in buone condizioni a lavorare nelle fabbriche stanziate tutte al nord, perchè avevano bisogno di manodopera.
4. Hanno favorito la nascita della criminalità organizzata(camorra, mafia, ndrangheta, Scu)qualificando noti criminali come funzionari statali, sindaci, governatori, consiglieri, sollevandoli al rango di politici mediante i quali tengono sotto controllo il territorio e lo stesso popolo, stando bene attenti ad ogni segnale di recupero e facendo in modo che non ci sia rinascita popolare. E lì dove i governi locali sono stati ritenuti sciolti per associazione mafiosa, viene a governare un commissario speciale dello stato, così che i governi hanno poteri diretti su questi territori.
5. Hanno stabilito nuove cariche, tra familiari loro, istituendo nuovi organi d’ufficio e stabilendo nuovi stipendi esagerati solo per generare nuove tasse e balzelli che il popolo, nel suo modo di vivere arrangiandosi e non avendo avuto un lavoro, non riesce a pagare.
6. Hanno fatto in modo che, non avendo un lavoro e volendo lavorare, i meridionali si dedicassero alla carriera militare o nella Polizia per poter guadagnare uno stipendio, ma con il rischio di morire per le strade o peggio ancora, trovando la morte in terre lontane, quando, è bene che si sappia, un Duosiciliano non ha mai fatto guerra a nessuno essendo pacifico e di spirito allegro.
7. Con la scusa di faide mafiose, hanno mandato sempre più spesso i militari per le strade delle città del Sud, sovrapponendosi alle autorità locali. Una vera e propria azione coloniale degna del XIX secolo.
8. Hanno fatto in modo così, di far nascere un certo odio tra le popolazioni del nord e il popolo duosiciliano, il quale è sempre deriso, schernito e soggetto,nel tempo, a maltrattamenti fisici fino ai primi del ‘900 e ora a maltrattamenti psichici.
9. Hanno fatto in modo che al Sud le tasse sono superiori a quelle del nord, come le quote assicurative, che arrivano anche al 300%. Vita, Libertà, Giustizia e Felicita non sono tutelate nei territori di questo popolo:le Due Sicilie.
10. Hanno sradicato la nostra radice storica, trasportando al nord tutto ciò che di buono avevamo. Siamo stati derubati in tutti i sensi e soprattutto insegnandoci a scuola delle menzogne per quanto riguarda il risorgimento, manipolando le nostre menti e rendendoci, così, schiavi dell’invenzione del meridionale sporco e nullafacente.
11. Non hanno ascoltato le grida di aiuto di ognuno di noi che hanno continuato a scrivere ai vari governi e capi di stato, da qualsiasi canale e ultimamente anche via web, ma le mancate risposte e i loro silenziosi comportamenti non trovano eguali tra i monarchi di un tempo, e sono del tutto indegni di un capo di una nazione civile e moderna. Sono di questi governi italici tutte queste e altre azioni, per mezzo delle quali si può definire un tiranno, inadatto a governare un vero popolo libero. Infatti visto che non c’è più niente da rubare al popolo duosiciliano, il peso delle malefatte storiche e dell’incapacità governativa, sta ricadendo anche sui popoli del nord. Dobbiamo perciò, necessariamente rassegnarci alla separazione dal resto dell’Italia e che per diritto internazionale e divino la Napolitania deve essere uno Stato Libero e Indipendente, distaccandosi da Roma capitale d’Italia e che, come tale, ha pieno potere di contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegniamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.
Antonio Iannaccone