lunedì 30 marzo 2009

Il nord razzista
Nord Italia, ancora una storia di discriminazione lavorativa su base anagrafica
Messaggio su Facebook

Riportiamo un messaggio che circola su facebook, del quale ovviamente non possiamo assicurare la veridicità. In ogni caso ci sembra esemplificativo di quello che è ordinaria amministrazione in nord Italia, e che viene nascosto dai media e dalla stampa di regime, niente di nuovo, è il solito razzismo che esiste dalla cosiddetta unità, che lo Stato "italiano" (ma in realtà solo del nord) si appresta a festeggiare in pompa magna (anche a spese dei conquistati, ovviamente). Quanti nostri comuni sprecheranno i soldi delle tasse per festeggiare la data della loro perduta indipendenza? Quanti sindaci e politicanti ignoranti spenderanno soldi per glorificare assassini di meridionali? Tanti prevediamo.
Anche noto è che al nord ci sia tanta illegalità quanta ce n’è al Sud, dopotutto non per niente tangentopoli e quindi la corruzione è centrata al nord, cosí come i vari scandali finanziari che hanno rovinato tanti cittadini, meridionali e non...
Preoccupante in questo messaggio però è il fatto che Pesaro non sia una città del nord, ma una città storicamente del Sud, dove dei meridionali, solo relativamente un po’ piú fortunati di quelli che vivono qualche centinaia di km piú a sud, discriminano altri meridionali... 150 anni di occupazione coloniale hanno fatto dimenticare la comune identità, e la perdita di identità è quella che effettivamente distrugge un popolo...
Nord Italia, ancora una storia di discriminazione lavorativa su base anagrafica.
Finalmente non mi sento solo.
Sono un siciliano trapiantato al nord italia, ho vissuto 5 anni nel modenese, e dopo aver constatato l’ atteggiamento anti-meridionale di varie realtà: le banche per esempio, alcune di loro si erano perfino rifiutate di farmi aprire il contocorrente solo perché meridionale. Le agenzie immobiliari, alcune non mi lasciavano nemmeno entrare nell’ufficio perché sentendo il mio accento dicevano mi dispiace non abbiamo nulla per lei. Ai luoghi di svago, piscine in cui si accettavano iscritti solo del luogo, le discoteche che facevano selezione sul tuo accento.
Per tutto questo un giorno decisi di abbandonare quella terra e trasferirmi nella realtà di Pesaro feci i bagagli e insieme alla mia compagna ricomincia da capo.
Adesso sono 5 anni che vivo nel Pesarese, mi sono sposato ho due splendidi bambini e ho da poco acquistato una casa, i vicini brave persone tutti del posto.
Tutto bene fino alla crisi, da lí tutto è cambiato, il mio datore di lavoro improvvisamente mi ha messo alla porta, dopo avermi trattato male, insultato anche pesantemente mi ha messo in cassa integrazione dicendo che non ero piú necessario, lo ha fatto anche con altre persone (tutti meridionali).
Io fino a quel momento mi sentivo sicuro, certo del mio avvenire, sono un operaio specializzato un 5° livello e probabilmente il piú qualificato dell’ azienda, eppure per il titolare non sono piú necessario, a me sono stati preferiti operai assunti da poco, senza famiglia e inesperti ma pesaresi.
Mi è stato anche detto di tornarmene al mio paese l’Africa. E intanto i miei colleghi pesaresi se la ridevano, anche quando io chiedevo loro di fare la rotazione per garantire a me e agli altri meridionali di poter dar da mangiare ai nostri figli.
E i sindacati, ma cosa sono, abbiamo chiesto loro aiuto, tutele e diritti , abbiamo chiesto di parlare ad un legale perché profondamente offesi da questi atteggiamenti e sapete cosa ci è stato detto: ”ma del resto son cose che succedono, non potete prendere troppo sul serio queste cose”, nessuno ci vuole aiutare, forse perché tutti la pensano allo stesso modo.
Mi sono informato in giro, quasi tutte le aziende del pesarese si stanno comportando allo stesso modo, cercando di tutelare i lavoratori locali e infischiandosene dei meridionali o stranieri. I miei vicini non sono piú tanto cordiali, e anche per loro è tutto normale.
Penso proprio che l’ Italia non esista, che in momenti come questi, di difficoltà in cui c’ è bisogno di stare uniti e uscirne piú forti, invece si vadano tutte le nostre debolezze.
Non siamo mai stati uniti e penso che non lo saremo mai. Noi meridionali come gli stranieri siamo solo bestie usate per i loro spochi fini arrivistici, serviamo per far girare l’economia e fare i lavori che nessuno vuol fare e quando le cose vanno male allora non serviamo piú. W l’ italia.
Ci accusano di essere mafiosi, delinquenti, ladri, ma vi posso assicurare che ho visto piú mafia e delinquenza al nord che nella mia Palermo dove son nato e cresciuto.


da: http://www.duesicilie.org/spip.php?article303

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L 'INDIPENDENZA

L'Indipendenza
I N D I P E N D E N C Y
Oggi, amici, vi dico di non indugiare oltre, e non disperarsi neanche di fronte alle difficoltà che oggi ci vengono messi dinnanzi. Io voglio, che un giorno la nazione Napolitana si sollevi e faccia valere i propri diritti, e cioè che tutti gli uomini sono stati creati uguali e quindi che non ci sia più emigrazione, ma che ogni meridionale possa trovare il proprio lavoro nel suo territorio come fanno gli italiani del nord. E’ un nostro diritto inalienabile. Io voglio, che un giorno, i nostri figli possano aver la scelta di vivere, lavorare e morire, nelle nostre terre, nelle nostre città, nella felice patria dei nostri avi, che pur combattendo non riuscirono a scrollarsi di dosso le malandrine mani di tiranni antichi e moderni, che hanno ucciso, distrutto e saccheggiato, alla pari dei barbari distruttori dell’Impero Romano, ma non ricordo Unni, Vandali o Goti, che abbiano deportato i propri nemici in lager e poi sciolti nella calce viva, o che per rappresaglia abbiano infierito sulla popolazione inerme, squartando e violentando donne e bambini colpevoli solo di appartenere alla resistenza del popolo invaso. Io voglio, che un giorno persino le organizzazioni internazionali, a iniziare dall’ONU, riconoscano, come gia hanno sottoscritto in più trattati, il diritto costituzionale di un popolo ad esistere, in quanto, gli abitanti del Sud della penisola italica sono un popolo con eguale cultura, storia, religione e vita sociale, e questo ci dà il diritto ad avere un proprio governo, e a proclamarci stato indipendente.
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita , la Libertà , e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire.
Tale è stata la paziente sopportazione del popolo del SUD Italia e tale è la necessità a mutare la sottomissione ai governi dell’attuale stato, che sono stati storia di ripetuti torti e soprusi, tutti diretti a tenere sottomesso il popolo di questo territorio, sin da quando era unito come popolo delle Due sicilie.
Per dimostrarlo ecco che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede i fatti dei continui governi.
1. Hanno sempre schivato la necessità di fare leggi per promuovere la vera rinascita economica e sociale, necessarie per le persone del luogo, dopo che dall’invasione senza dichiarazione di guerra del 1860, tutto il territorio in discussione, fu barbaramente razziato, spogliato di ogni risorsa industriale per favorire il nord del paese e tenuto chiusi gli istituti scolastici e università per divulgare l’ignoranza e favorire l’emigrazione fino ad allora sconosciuta a questo popolo. Ed ha costretto i nostri concittadini fatti prigionieri a portare le armi contro il loro paese, i loro conterranei e a diventare carnefici dei loro amici e confratelli, o a cadere uccisi per mano di questi. Scatenando una guerra lunga dieci anni e disprezzando i patrioti legittimisti verso l’opinione pubblica mondiale con l’appellativo di briganti, mentre invece erano loro i tagliatori di teste e squartatori di donne.
2. Pur avendo questo territorio una popolazione superiore al resto dello stato italiano, hanno fatto in modo sin dall’inizio, che non ci fossero troppi rappresentanti in parlamento, così che sempre in minoranza, non si è mai potuto far valere i diritti del popolo.
3. Hanno favorito lo sviluppo di un’area del paese(quella del nord), trascurando, volontariamente, i diritti e i bisogni della popolazione meridionale, preoccupandosi solo che potessero arrivare in buone condizioni a lavorare nelle fabbriche stanziate tutte al nord, perchè avevano bisogno di manodopera.
4. Hanno favorito la nascita della criminalità organizzata(camorra, mafia, ndrangheta, Scu)qualificando noti criminali come funzionari statali, sindaci, governatori, consiglieri, sollevandoli al rango di politici mediante i quali tengono sotto controllo il territorio e lo stesso popolo, stando bene attenti ad ogni segnale di recupero e facendo in modo che non ci sia rinascita popolare. E lì dove i governi locali sono stati ritenuti sciolti per associazione mafiosa, viene a governare un commissario speciale dello stato, così che i governi hanno poteri diretti su questi territori.
5. Hanno stabilito nuove cariche, tra familiari loro, istituendo nuovi organi d’ufficio e stabilendo nuovi stipendi esagerati solo per generare nuove tasse e balzelli che il popolo, nel suo modo di vivere arrangiandosi e non avendo avuto un lavoro, non riesce a pagare.
6. Hanno fatto in modo che, non avendo un lavoro e volendo lavorare, i meridionali si dedicassero alla carriera militare o nella Polizia per poter guadagnare uno stipendio, ma con il rischio di morire per le strade o peggio ancora, trovando la morte in terre lontane, quando, è bene che si sappia, un Duosiciliano non ha mai fatto guerra a nessuno essendo pacifico e di spirito allegro.
7. Con la scusa di faide mafiose, hanno mandato sempre più spesso i militari per le strade delle città del Sud, sovrapponendosi alle autorità locali. Una vera e propria azione coloniale degna del XIX secolo.
8. Hanno fatto in modo così, di far nascere un certo odio tra le popolazioni del nord e il popolo duosiciliano, il quale è sempre deriso, schernito e soggetto,nel tempo, a maltrattamenti fisici fino ai primi del ‘900 e ora a maltrattamenti psichici.
9. Hanno fatto in modo che al Sud le tasse sono superiori a quelle del nord, come le quote assicurative, che arrivano anche al 300%. Vita, Libertà, Giustizia e Felicita non sono tutelate nei territori di questo popolo:le Due Sicilie.
10. Hanno sradicato la nostra radice storica, trasportando al nord tutto ciò che di buono avevamo. Siamo stati derubati in tutti i sensi e soprattutto insegnandoci a scuola delle menzogne per quanto riguarda il risorgimento, manipolando le nostre menti e rendendoci, così, schiavi dell’invenzione del meridionale sporco e nullafacente.
11. Non hanno ascoltato le grida di aiuto di ognuno di noi che hanno continuato a scrivere ai vari governi e capi di stato, da qualsiasi canale e ultimamente anche via web, ma le mancate risposte e i loro silenziosi comportamenti non trovano eguali tra i monarchi di un tempo, e sono del tutto indegni di un capo di una nazione civile e moderna. Sono di questi governi italici tutte queste e altre azioni, per mezzo delle quali si può definire un tiranno, inadatto a governare un vero popolo libero. Infatti visto che non c’è più niente da rubare al popolo duosiciliano, il peso delle malefatte storiche e dell’incapacità governativa, sta ricadendo anche sui popoli del nord. Dobbiamo perciò, necessariamente rassegnarci alla separazione dal resto dell’Italia e che per diritto internazionale e divino la Napolitania deve essere uno Stato Libero e Indipendente, distaccandosi da Roma capitale d’Italia e che, come tale, ha pieno potere di contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegniamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.
Antonio Iannaccone