venerdì 19 dicembre 2008

“Uscite dai partiti e dai sindacati nazionali”



“Uscite dai partiti e dai sindacati nazionali”


Questa incitazione del grande Angelo Manna, pare non venga presa in seria considerazione dagli italiani del SUD, mentre può essere l’arma con cui tutti i napolitani potranno far parlare di se dandosi uno slancio in quella maturità politica che la nostra terra ha bisogno. Infatti, è più che seria, direi grave, la carenza napolitana nella giusta dimensione politica che gli compete e che può dare progresso e sviluppo alla nostra martoriata Napolitania. Sì, ci sono politici conterranei anche di un certo livello, ma molti non sono altro che comparse di fiction e che si fanno vedere immancabilmente ad ogni puntata di elezioni, dopo di che scompaiono nei meandri dei palazzi senza tener conto di quei poveri illusi che li hanno votati, mettendo nelle loro mani tutta la loro speranza e fiducia, dandogli così la delega a decidere del loro futuro. Chi ha la coscienza per smentire questi fatti si salva da se.Ciò di cui si vuol parlare adesso, è la questione che non tutti hanno capito che la nuova politica è un misto di partitocrazia all’antica che non riesce più a risolvere i problemi del paese, infatti, pur decadendo tutte le vecchie ideologie su cui i partiti si basavano, hanno cambiato nomi e simboli rimanendo nella stessa struttura ideologica, dando così una parvenza di cambiamento e ammodernamento. Poiché ho già nominato il termine partitocrazia, e ciò vuol dire che gli elettori non hanno più potere nel votare a Tizio o a Caio, l’unico modo per ritornare a far valere il proprio voto è scegliersi una rappresentanza politica territoriale. Con questo voglio dire che non è saggio rimetterci nelle mani dei soliti partiti ideologici che in ogni zona fanno bella vista dei candidati locali e che non risolvono i nostri problemi, ma dobbiamo dare fiducia al partito della nostra terra come stanno agendo in altre parti d’Italia, perciò noi italiani del SUD, noi Napolitani, se vogliamo veramente incominciare a contare qualcosa, dobbiamo votare un nostro partito del SUD.Il partitismo moderno non è più ideologico, ma territoriale. Ultimamente stanno cadendo le maschere dei partiti cosiddetti nazionali mettendo a nudo il vero volto delle loro intenzioni e cioè che sono espressioni puramente di parte nordista a cui vari politici ‘nostrani’ si sono venduti al miglior offerente, aderendo ad inciuci e intrallazzi di basso livello. Per questa ragione noi oggi abbiamo bisogno di un partito che abbia sede non a Milano o Torino o Roma, ma vogliamo un nostro partito che abbia sede al SUD e che ci salvaguardi, costretto a prendere a cuore i nostri problemi perché sono anche i suoi problemi, questa è la verità sacrosanta verso cui far incamminare le nostre idee e le nostre forze.Il vento del Sud porta con se una voglia di partito meridionale, infatti c’è una forte volontà a dare il proprio voto e la propria fiducia ad un partito identitario che sia capace di dare voce a tutti noi napolitani ognuno nelle rispettive realtà per quanto piccole esse siano, e che solo un grande Partito del SUD può dare. C’è bisogno, quindi, che ognuno di noi italiani del SUD faccia la sua parte ritirandosi dalle antiche ideologie che lo hanno legato a questo o a quel partito nazionale e che diventi un mattone di quella grande struttura politica meridionale che può diventare il Partito del SUD. Non dobbiamo perdere questa opportunità, essa rappresenta un’ occasione unica che non possiamo sprecare perdendo altro tempo correndo dietro a bei programmi che mascherano cattive intenzioni o belle parole e promesse che vengono poi accantonate per essere ripescate alle prossime elezioni. Per l’appunto, l’anno prossimo ci sono le elezioni amministrative nelle quali possiamo essere protagonisti votando il nostro Partito del SUD. Non possiamo mancare. Non dobbiamo mancare. E’ il nostro appuntamento con la storia, con la nostra storia. Molti avranno delle riserve, saranno perplessi, ci saranno tentennamenti, ma io vi dico che con i se e con i ma non andremo da nessuna parte, c’è invece bisogno di aggregazione, fiducia e volontà per riavere un nostro SUD libero di competere. Molti possono pensare che è impossibile che accada, che c’è da ponderare, da aspettare di vedere, ma sappiate che il tempo è un nemico inesorabile, perché nel frattempo altre decine di migliaia di padri, fratelli e figli hanno dovuto lasciare la nostra amata terra per cercare lavoro al nord, molte famiglie hanno dettato nuove regole per poter sopravvivere nella propria città, hanno dovuto adottare nuove abitudini per convivere con la disoccupazione dilagante e la criminalità organizzata, hanno rielaborato la propria coscienza per darsi una risposta ai tanti perché.Tutti quelli che condividono questi sentimenti sono già del Partito del SUD perché esso non può essere un’entità politico-sociale astratta oppure il partito di Tizio e Caio, ma il Partito del SUD siamo noi.Lo stesso identico ragionamento vale per i sindacati nazionali, i quali, chi più chi meno, sono tutti legati ad una qualche realtà politica che, come si può notare dalla nostra storia repubblicana, non hanno fatto nient’altro che far sprofondare il Sud Italia in una pessima condizione economica e in un degrado sociale senza precedenti per il nostro popolo napolitano. Quindi per essere ben rappresentati e difesi nei propri diritti, ogni cittadino, ogni operaio, ogni napolitano ha diritto ad avere un suo sindacato che conosca veramente i bisogni di un popolo che, per poter vivere nei limiti della normalità, è costretto a sottostare a soprusi e/o ad emigrare, ed ha il dovere di sostenerlo. L’idea di un tale sindacato ‘meridionale’ è sinonimo di garanzia e sicurezza nel rispetto della vita sociale del nostro popolo e che nell’ambito del Partito del SUD è studiato con considerazione per una sua costituzione.A questo punto possiamo anche uscire dai sindacati nazionali, e potremo fare di più quando alle prossime elezioni non venderemo i nostri voti, non ci dovremo rimettere alle promesse di questo o quello, ma potremo essere artefici del nostro risveglio preferendo un nostro grande Partito del SUD che ci darà fiato a sufficienza per urlare la nostra giustizia negataci da 148 anni, perché il Partito del SUD siamo noi.

Indipendentisti Napolitani

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L 'INDIPENDENZA

L'Indipendenza
I N D I P E N D E N C Y
Oggi, amici, vi dico di non indugiare oltre, e non disperarsi neanche di fronte alle difficoltà che oggi ci vengono messi dinnanzi. Io voglio, che un giorno la nazione Napolitana si sollevi e faccia valere i propri diritti, e cioè che tutti gli uomini sono stati creati uguali e quindi che non ci sia più emigrazione, ma che ogni meridionale possa trovare il proprio lavoro nel suo territorio come fanno gli italiani del nord. E’ un nostro diritto inalienabile. Io voglio, che un giorno, i nostri figli possano aver la scelta di vivere, lavorare e morire, nelle nostre terre, nelle nostre città, nella felice patria dei nostri avi, che pur combattendo non riuscirono a scrollarsi di dosso le malandrine mani di tiranni antichi e moderni, che hanno ucciso, distrutto e saccheggiato, alla pari dei barbari distruttori dell’Impero Romano, ma non ricordo Unni, Vandali o Goti, che abbiano deportato i propri nemici in lager e poi sciolti nella calce viva, o che per rappresaglia abbiano infierito sulla popolazione inerme, squartando e violentando donne e bambini colpevoli solo di appartenere alla resistenza del popolo invaso. Io voglio, che un giorno persino le organizzazioni internazionali, a iniziare dall’ONU, riconoscano, come gia hanno sottoscritto in più trattati, il diritto costituzionale di un popolo ad esistere, in quanto, gli abitanti del Sud della penisola italica sono un popolo con eguale cultura, storia, religione e vita sociale, e questo ci dà il diritto ad avere un proprio governo, e a proclamarci stato indipendente.
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita , la Libertà , e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire.
Tale è stata la paziente sopportazione del popolo del SUD Italia e tale è la necessità a mutare la sottomissione ai governi dell’attuale stato, che sono stati storia di ripetuti torti e soprusi, tutti diretti a tenere sottomesso il popolo di questo territorio, sin da quando era unito come popolo delle Due sicilie.
Per dimostrarlo ecco che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede i fatti dei continui governi.
1. Hanno sempre schivato la necessità di fare leggi per promuovere la vera rinascita economica e sociale, necessarie per le persone del luogo, dopo che dall’invasione senza dichiarazione di guerra del 1860, tutto il territorio in discussione, fu barbaramente razziato, spogliato di ogni risorsa industriale per favorire il nord del paese e tenuto chiusi gli istituti scolastici e università per divulgare l’ignoranza e favorire l’emigrazione fino ad allora sconosciuta a questo popolo. Ed ha costretto i nostri concittadini fatti prigionieri a portare le armi contro il loro paese, i loro conterranei e a diventare carnefici dei loro amici e confratelli, o a cadere uccisi per mano di questi. Scatenando una guerra lunga dieci anni e disprezzando i patrioti legittimisti verso l’opinione pubblica mondiale con l’appellativo di briganti, mentre invece erano loro i tagliatori di teste e squartatori di donne.
2. Pur avendo questo territorio una popolazione superiore al resto dello stato italiano, hanno fatto in modo sin dall’inizio, che non ci fossero troppi rappresentanti in parlamento, così che sempre in minoranza, non si è mai potuto far valere i diritti del popolo.
3. Hanno favorito lo sviluppo di un’area del paese(quella del nord), trascurando, volontariamente, i diritti e i bisogni della popolazione meridionale, preoccupandosi solo che potessero arrivare in buone condizioni a lavorare nelle fabbriche stanziate tutte al nord, perchè avevano bisogno di manodopera.
4. Hanno favorito la nascita della criminalità organizzata(camorra, mafia, ndrangheta, Scu)qualificando noti criminali come funzionari statali, sindaci, governatori, consiglieri, sollevandoli al rango di politici mediante i quali tengono sotto controllo il territorio e lo stesso popolo, stando bene attenti ad ogni segnale di recupero e facendo in modo che non ci sia rinascita popolare. E lì dove i governi locali sono stati ritenuti sciolti per associazione mafiosa, viene a governare un commissario speciale dello stato, così che i governi hanno poteri diretti su questi territori.
5. Hanno stabilito nuove cariche, tra familiari loro, istituendo nuovi organi d’ufficio e stabilendo nuovi stipendi esagerati solo per generare nuove tasse e balzelli che il popolo, nel suo modo di vivere arrangiandosi e non avendo avuto un lavoro, non riesce a pagare.
6. Hanno fatto in modo che, non avendo un lavoro e volendo lavorare, i meridionali si dedicassero alla carriera militare o nella Polizia per poter guadagnare uno stipendio, ma con il rischio di morire per le strade o peggio ancora, trovando la morte in terre lontane, quando, è bene che si sappia, un Duosiciliano non ha mai fatto guerra a nessuno essendo pacifico e di spirito allegro.
7. Con la scusa di faide mafiose, hanno mandato sempre più spesso i militari per le strade delle città del Sud, sovrapponendosi alle autorità locali. Una vera e propria azione coloniale degna del XIX secolo.
8. Hanno fatto in modo così, di far nascere un certo odio tra le popolazioni del nord e il popolo duosiciliano, il quale è sempre deriso, schernito e soggetto,nel tempo, a maltrattamenti fisici fino ai primi del ‘900 e ora a maltrattamenti psichici.
9. Hanno fatto in modo che al Sud le tasse sono superiori a quelle del nord, come le quote assicurative, che arrivano anche al 300%. Vita, Libertà, Giustizia e Felicita non sono tutelate nei territori di questo popolo:le Due Sicilie.
10. Hanno sradicato la nostra radice storica, trasportando al nord tutto ciò che di buono avevamo. Siamo stati derubati in tutti i sensi e soprattutto insegnandoci a scuola delle menzogne per quanto riguarda il risorgimento, manipolando le nostre menti e rendendoci, così, schiavi dell’invenzione del meridionale sporco e nullafacente.
11. Non hanno ascoltato le grida di aiuto di ognuno di noi che hanno continuato a scrivere ai vari governi e capi di stato, da qualsiasi canale e ultimamente anche via web, ma le mancate risposte e i loro silenziosi comportamenti non trovano eguali tra i monarchi di un tempo, e sono del tutto indegni di un capo di una nazione civile e moderna. Sono di questi governi italici tutte queste e altre azioni, per mezzo delle quali si può definire un tiranno, inadatto a governare un vero popolo libero. Infatti visto che non c’è più niente da rubare al popolo duosiciliano, il peso delle malefatte storiche e dell’incapacità governativa, sta ricadendo anche sui popoli del nord. Dobbiamo perciò, necessariamente rassegnarci alla separazione dal resto dell’Italia e che per diritto internazionale e divino la Napolitania deve essere uno Stato Libero e Indipendente, distaccandosi da Roma capitale d’Italia e che, come tale, ha pieno potere di contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegniamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.
Antonio Iannaccone