martedì 23 agosto 2011

Creazione gruppi FLN per aggregazione dei Patrioti.


Salve a tutti,

è ormai giunto il momento di potersi dispiegare sul territorio della Napolitania con gruppi, aggregandoci localmente per poter costituire una rete patriottica di collaborazione e aiuto reciproco.

A voi che aderite al FLN - Fronte di Liberazione della Napolitania, si fa appello al vostro senso di giustizia e amore della vostra terra, siete invitati a divulgare la via dell'indipendenza come unica soluzione e a formare circoli locali, associandovi per azioni organizzate.

Aderendo al FLN sarete messi in contatto, dal Direttivo, con i Patrioti più vicini a voi. Non abbiamo mezzi di comunicazioni migliori di fb, che useremo al meglio per radunarci in gruppi locali.

Rigettiamo quest'italia! Rigettiamo la sua putrida politica! Rigettiamo il suo partitismo romanocentrico e milanocentrico! Bisogna agire! Diamo spazio al nostro orgoglio, al nostro onore a alla nostra dignità!



Per qualsiasi info è possibile contattare il Direttivo FLN a napolitania_direttivo@virgilio.it



n.b. Per chi ancora non l'ha fatto può aderire al FLN compilando il modulo riportato con il link.

http://fln.eu.com/adesione

Buona giornata.




Con questo invito, il Movimento Indipendentista dei Patrioti Napolitani che si riconoscono nel FLN, vogliono proporre e incrementare progressivamente, l'idea indipendentista su tutto il territorio della Napolitania, cercando cooperazione tra coloro che si ritengono essere stanchi di quest'italia corrotta e alla fine dei suoi giorni, e che riscoprono la loro origine nazionale, riconoscendo l'identità napolitana come l'anima della propria Patria, che si estende dal Tronto allo Ionio, dal Tirreno all'Adriatico.
Certo è, che questo movimento che sta rivoluzionando il vecchio meridionalismo appantanato nell'associazionismo culturale e partitico, è l'unica via d'uscita per la ripresa economica, sociale e politica della nostra amata terra, martoriata da avversari italiani e da traditori napolitani.


Tutti coloro che ritengono di poter fare qualcosa per la Causa Napolitana, anche se minima, lo faccia, per il bene proprio e dei tanti giovani, per la propria città, per il popolo tutto, che dopo tanti anni di sopportazione coloniale italiana, cerca finalmente di potersi autogovernare nel migliore dei modi possibile.

mercoledì 27 luglio 2011

Il mio indipendentismo


di Antonio Iannaccone

Questo cento cinquantenario italiano (1861-2011) viene a cadere in coincidenza di una crisi nazionale, non solo identitaria, ma dell’intero sistema politico e sociale tra le più becere che quest’Italia abbia mai attraversato. E mentre in tutto il mondo si sviluppa il concetto di popolo e nazione, con la riscoperta d’identità vere che hanno sfidato il tempo e l’oppressione, da noi si continua a festeggiare ipocritamente un qualcosa d’inesistente, indicando nel sistema statale attuale il vecchiume che tramonta.

La riscoperta dell’identità nazionale napolitana, ultimamente, si espande velocemente su tutto il territorio della Napolitania e non solo. Essa rende giustizia all’idea di libertà dei nostri avi, spregiativamente chiamati briganti, i quali lottarono contro l’imposizione coloniale cui vollero segregarci gli invasori savoiardi; costoro si nascosero dietro il concetto del termine "Italia" al quale avevano dato il nuovo significato di nazione, ma che invece era il vecchio e pratico sistema colonia.

Oggi si cerca forzatamente di indicare questa giovane carica identitaria come un nuovo soggetto sovversivo, continuando a definirla inutile, retrograda, nostalgica e vigorosamente anti italiana. Tali pretese sono anticostituzionali e antidemocratiche per ciò che riguarda i primi tre punti. Ritengo pure, che è un’autentica espressione di libertà e senso di giustizia definirsi anti italiano, poiché il sentirsi tale rende un senso di fierezza nell’appartenenza alla propria nazione plurisecolare, creando un pacato stato di felicità interiore che giustamente e umanamente, si propone irremovibile nel condannare, anche moralmente, la classe dirigente del paese, la quale è collusa in segreti accordi con la malavita, avendo creato un nefando stato di mala politica italiana.

Questa convinzione ci porta inequivocabilmente a opporci ai ridicoli compromessi e alle opportunistiche uscite di meridionalisti, falsi o presunti tali, che cercano di cavalcare l’onda di questa corrente preponderante che sta invadendo il paese, rendendo vano gli sforzi di chi, in passato, aveva con la propria tempra, fatto rivalutare un meridionalismo combattivo, il quale seppur non avendo portato a risultati consistenti, seppe schierarsi dalla parte del popolo. E’ esistito quindi un meridionalismo per il popolo, oggi esiste un meridionalismo per le poltrone.

Infatti, non fanno bene alla nostra terra certi ingorghi elettorali mascherati da neomeridionalismo e che con punzecchiature partitocratiche e consecutive aggregazioni manipolate portano alla luce inciuci degni del parlamentarismo italiano. E non mi rivolgo ai partiti e/o movimenti in modo singolare, per quanto reputo che ci sia qualcosa di buono in ogni compagine, ma mi riferisco a quell’armata brancaleone che nel suo insieme ha dato il colpo di grazia ad un vero meridionalismo morente.

L’unica idea che si oppone a questo partitismo corrotto è l’indipendentismo, che nella versione napolitana fa timidamente capolino con Angelo Manna e che si conferma schiettamente con i ragionamenti di Nicola Zitara, il quale seppur abbia provato a far breccia nel meridionalismo per formare un’area separatista, nei suoi ultimi giorni si è dovuto arrendere all’impreparazione del popolo ancora troppo italianizzato.

A questo punto, facendo tesoro del pensiero di chi ci ha preceduto, è quasi automatica l’elaborazione dell’idea indipendentista aggiornandola alla luce dei fatti politici odierni, in base ai quali è doveroso, da parte nostra, il dover rigettare categoricamente l’ingenuità che ci fa considerare sullo stesso piano l’idea e il partito. Infatti, non dobbiamo forzatamente associare un partito meridionalista con il meridionalismo né un partito indipendentista con l’indipendentismo, poiché deve essere ormai chiara l’inutilità del partito come mezzo strumentale per arrivare all’attuazione dell’idea stessa, giacché esso non porta a nessuna rivoluzione politica, ma solo a un assestamento delle figure primarie che compongono la classe alta della compagine partitica.

Nello stesso momento la forza spirituale del popolo deve avere la capacità di rivendicare, in modo fermo e improcrastinabile, la coscienza indipendentista di quel meridionalismo, che necessariamente si discosta dalla degradante partitocrazia. Infatti, lo strumento partitocratico è il veicolo che porta al corrotto parlamentarismo italiano, rifugio d’inetti e parassiti, emblemi della totale distruzione della giustizia sociale, sulle cui macerie si è adagiata una società fittizia atta a distruggere il senso dello Stato.

Ciononostante la nazione napolitana continua a progredire verso quei valori mondiali che esaltano l'alta spiritualità dei popoli, veri protagonisti della storia umana.

Per questo motivo l’indipendentismo napolitano ha passato il Rubicone impostogli dal becero e umiliante "meridionalismo", ormai putrefatto nella stagnante politica italiana che ha ingabbiato la legittima voglia di giustizia popolare che soltanto l’idea indipendentista può garantire.

In questo modo il Movimento Indipendentista dei Patrioti Napolitani, uniformandosi nel Fronte di Liberazione (FLN), si erge a rappresentante della Nazione Napolitana perorando la Causa nei tribunali internazionali, appellandosi ai Trattati in cui è menzionato l’Autodeterminazione dei Popoli, tramite i quali poter ottenere quel senso vero di giustizia che solo il verdetto internazionale può rilasciare.

Per questo motivo, si dia inizio a quella lotta di liberazione della Napolitania sospesa ormai da 140 anni e cioè dagli ultimi scontri che i nostri Patrioti, detti briganti, ebbero contro l’invasore piemontese, prossimo italiano. A differenza di allora non sarà una lotta armata ma fatta di resistenza civile e non violenza; fermi nell’esaltare ogni cosa della Napolitania, ma boicottando senza riserve tutto ciò che provenga dall’alta italia. Ogni abitante della Napolitania è, pertanto, parte integrante del popolo e quindi cittadino napolitano e come tale Patriota a tutti gli effetti. Quindi, è suo diritto, è suo dovere, ricorrere civilmente ad ogni resistenza pacifica, nell’opporsi all’opprimente stato italiano che ci tiene come colonia interna.



da: http://ilnuovostato.myblog.it/archive/2011/07/26/il-mio-i...

L 'INDIPENDENZA

L'Indipendenza
I N D I P E N D E N C Y
Oggi, amici, vi dico di non indugiare oltre, e non disperarsi neanche di fronte alle difficoltà che oggi ci vengono messi dinnanzi. Io voglio, che un giorno la nazione Napolitana si sollevi e faccia valere i propri diritti, e cioè che tutti gli uomini sono stati creati uguali e quindi che non ci sia più emigrazione, ma che ogni meridionale possa trovare il proprio lavoro nel suo territorio come fanno gli italiani del nord. E’ un nostro diritto inalienabile. Io voglio, che un giorno, i nostri figli possano aver la scelta di vivere, lavorare e morire, nelle nostre terre, nelle nostre città, nella felice patria dei nostri avi, che pur combattendo non riuscirono a scrollarsi di dosso le malandrine mani di tiranni antichi e moderni, che hanno ucciso, distrutto e saccheggiato, alla pari dei barbari distruttori dell’Impero Romano, ma non ricordo Unni, Vandali o Goti, che abbiano deportato i propri nemici in lager e poi sciolti nella calce viva, o che per rappresaglia abbiano infierito sulla popolazione inerme, squartando e violentando donne e bambini colpevoli solo di appartenere alla resistenza del popolo invaso. Io voglio, che un giorno persino le organizzazioni internazionali, a iniziare dall’ONU, riconoscano, come gia hanno sottoscritto in più trattati, il diritto costituzionale di un popolo ad esistere, in quanto, gli abitanti del Sud della penisola italica sono un popolo con eguale cultura, storia, religione e vita sociale, e questo ci dà il diritto ad avere un proprio governo, e a proclamarci stato indipendente.
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita , la Libertà , e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità. Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire.
Tale è stata la paziente sopportazione del popolo del SUD Italia e tale è la necessità a mutare la sottomissione ai governi dell’attuale stato, che sono stati storia di ripetuti torti e soprusi, tutti diretti a tenere sottomesso il popolo di questo territorio, sin da quando era unito come popolo delle Due sicilie.
Per dimostrarlo ecco che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede i fatti dei continui governi.
1. Hanno sempre schivato la necessità di fare leggi per promuovere la vera rinascita economica e sociale, necessarie per le persone del luogo, dopo che dall’invasione senza dichiarazione di guerra del 1860, tutto il territorio in discussione, fu barbaramente razziato, spogliato di ogni risorsa industriale per favorire il nord del paese e tenuto chiusi gli istituti scolastici e università per divulgare l’ignoranza e favorire l’emigrazione fino ad allora sconosciuta a questo popolo. Ed ha costretto i nostri concittadini fatti prigionieri a portare le armi contro il loro paese, i loro conterranei e a diventare carnefici dei loro amici e confratelli, o a cadere uccisi per mano di questi. Scatenando una guerra lunga dieci anni e disprezzando i patrioti legittimisti verso l’opinione pubblica mondiale con l’appellativo di briganti, mentre invece erano loro i tagliatori di teste e squartatori di donne.
2. Pur avendo questo territorio una popolazione superiore al resto dello stato italiano, hanno fatto in modo sin dall’inizio, che non ci fossero troppi rappresentanti in parlamento, così che sempre in minoranza, non si è mai potuto far valere i diritti del popolo.
3. Hanno favorito lo sviluppo di un’area del paese(quella del nord), trascurando, volontariamente, i diritti e i bisogni della popolazione meridionale, preoccupandosi solo che potessero arrivare in buone condizioni a lavorare nelle fabbriche stanziate tutte al nord, perchè avevano bisogno di manodopera.
4. Hanno favorito la nascita della criminalità organizzata(camorra, mafia, ndrangheta, Scu)qualificando noti criminali come funzionari statali, sindaci, governatori, consiglieri, sollevandoli al rango di politici mediante i quali tengono sotto controllo il territorio e lo stesso popolo, stando bene attenti ad ogni segnale di recupero e facendo in modo che non ci sia rinascita popolare. E lì dove i governi locali sono stati ritenuti sciolti per associazione mafiosa, viene a governare un commissario speciale dello stato, così che i governi hanno poteri diretti su questi territori.
5. Hanno stabilito nuove cariche, tra familiari loro, istituendo nuovi organi d’ufficio e stabilendo nuovi stipendi esagerati solo per generare nuove tasse e balzelli che il popolo, nel suo modo di vivere arrangiandosi e non avendo avuto un lavoro, non riesce a pagare.
6. Hanno fatto in modo che, non avendo un lavoro e volendo lavorare, i meridionali si dedicassero alla carriera militare o nella Polizia per poter guadagnare uno stipendio, ma con il rischio di morire per le strade o peggio ancora, trovando la morte in terre lontane, quando, è bene che si sappia, un Duosiciliano non ha mai fatto guerra a nessuno essendo pacifico e di spirito allegro.
7. Con la scusa di faide mafiose, hanno mandato sempre più spesso i militari per le strade delle città del Sud, sovrapponendosi alle autorità locali. Una vera e propria azione coloniale degna del XIX secolo.
8. Hanno fatto in modo così, di far nascere un certo odio tra le popolazioni del nord e il popolo duosiciliano, il quale è sempre deriso, schernito e soggetto,nel tempo, a maltrattamenti fisici fino ai primi del ‘900 e ora a maltrattamenti psichici.
9. Hanno fatto in modo che al Sud le tasse sono superiori a quelle del nord, come le quote assicurative, che arrivano anche al 300%. Vita, Libertà, Giustizia e Felicita non sono tutelate nei territori di questo popolo:le Due Sicilie.
10. Hanno sradicato la nostra radice storica, trasportando al nord tutto ciò che di buono avevamo. Siamo stati derubati in tutti i sensi e soprattutto insegnandoci a scuola delle menzogne per quanto riguarda il risorgimento, manipolando le nostre menti e rendendoci, così, schiavi dell’invenzione del meridionale sporco e nullafacente.
11. Non hanno ascoltato le grida di aiuto di ognuno di noi che hanno continuato a scrivere ai vari governi e capi di stato, da qualsiasi canale e ultimamente anche via web, ma le mancate risposte e i loro silenziosi comportamenti non trovano eguali tra i monarchi di un tempo, e sono del tutto indegni di un capo di una nazione civile e moderna. Sono di questi governi italici tutte queste e altre azioni, per mezzo delle quali si può definire un tiranno, inadatto a governare un vero popolo libero. Infatti visto che non c’è più niente da rubare al popolo duosiciliano, il peso delle malefatte storiche e dell’incapacità governativa, sta ricadendo anche sui popoli del nord. Dobbiamo perciò, necessariamente rassegnarci alla separazione dal resto dell’Italia e che per diritto internazionale e divino la Napolitania deve essere uno Stato Libero e Indipendente, distaccandosi da Roma capitale d’Italia e che, come tale, ha pieno potere di contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegniamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.
Antonio Iannaccone